Capitan Rivellini pronto per l’11^ stagione col Galletto: “Quest’anno non ce ne deve essere per nessuno”
OSIMO – Dieci anni da capitano di mille battaglie. Marco Rivellini, classe ’75, evergreen dalla potenza fisica e dall’abnegazione straordinarie, non sarà un mentore comprimario del nascente gruppo biancorosso. Vuole ancora essere un elemento chiave anche in campo, per lasciare semmai da protagonista il calcio con un risultato positivo: non poteva certo finire la sua fantastica avventura sambiagese con l’amara retrocessione di quattro mesi fa. Lui che ha vissuto l’epopea del miglior San Biagio, con i piazzamenti di prestigio e la vittoria in Seconda categoria, le salvezze dirette in Prima per sei anni consecutivi, con risultati mai raggiunti nei 37 anni di vita del Galletto, presenta la prossima stagione alla vigilia della preparazione pre-campionato.
Marco, a 39 anni hai deciso di continuare a giocare e di farlo col San Biagio. Come mai?
“Sul fatto di continuare non avevo dubbi, ancora mi diverto a giocare, e finché il fisico me lo consente perché non farlo? La scelta di rimanere a San Biagio quest'anno era obbligata: dopo tanti anni ricchi di soddisfazioni non potevo lasciare con la retrocessione”.
L’obiettivo della società è riscattare al più presto la disfatta della stagione scorsa. A distanza di quattro mesi, come analizzi l’ultimo campionato finito con la retrocessione? Era inevitabile?
“Non avevamo una squadra da retrocessione, o almeno, c’erano squadre a mio parere inferiori a noi. Però diverse cose sono andate storte: a partire dalla mancanza di assiduità negli allenamenti, ad una sorta di rassegnazione sorta già agli inizi, e anche ad un pizzico di sfortuna. Brutto dirlo, ma già dai primi mesi si intuiva che era una stagione che poteva finir cosi”.
La squadra allestita quest’anno sulla carta sembra invece avere le potenzialità per fare bene: dove può arrivare il San Biagio versione 2014-2015?
“Hai detto bene, sulla carta è una squadra ben fatta e con ottimi elementi in tutti i reparti. E soprattutto a mio parere con 24 titolari. Avere una rosa completa con questi valori in un campionato lungo può far la differenza. Certo che poi per vincere il campionato, a meno che non sei una spanna sopra le altre squadre, serve anche una buona dose di fortuna”.
La rosa è forse troppo ampia? Il fatto che nessuno ha il posto assicurato è un bene o un male?
“E’ un bene: avere 24 titolari farà comodo sia per dar la possibilità al mister di mettere in campo la squadra più adatta all'avversario che si incontra, sia perché la concorrenza stimolerà tutti a dare il massimo”.
Per metà la squadra è nuova, compreso il mister: anche l’anno scorso si cambiò molto e probabilmente fu un problema. Come evitare che si ripeta?
“L’errore dello scorso anno non fu cambiare molto: in questi anni a San Biagio più volte la squadra é stata rivoluzionata. Il problema dello scorso anno a mio parere fu allestire semmai una squadra con dei giocatori con molti impegni di lavoro. Ricordo che la terza settimana di preparazione eravamo in 7-8 ad allenarci.. Cosi é dura arrivare lontano. Quest’anno sarà diverso”.
Quali sensazioni hai a pochi giorni dall’avvio della preparazione estiva, che partirà lunedì prossimo?
“Alla cena di presentazione ho avuto modo di parlare con diversi nuovi giocatori; oltre ad essermi sembrati bravi ragazzi, li ho tutti sentiti molto carichi e motivati: direi che le premesse son ottime; anche perché noi che siamo rimasti lo abbiam fatto per riscattare la brutta stagione dello scorso anno”.
Un decennio da capitano a San Biagio: hai un messaggio o un consiglio da inviare a qualcuno?
“Quella che va ad iniziare é l’undicesima stagione in biancorosso. Ma non voglio dar consigli a nessuno, vorrei solo chiedere a tutti il massimo impegno per il raggiungimento dell'obiettivo massimo. Quest'anno non ce ne deve essere per nessuno; come diceva mister Tacchi qualche anno fa: San Biagio deve essere Sparta!”.
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