Mister Marinelli: “Ogni partita una finale, per vincere servirà ancora sacrificio e lavoro”
OSIMO – Primo posto in classifica, 34 punti in 15 giornate, miglior attacco con 28 gol realizzati, miglior difesa delle Marche con appena 5 reti subite, differenza dunque di +23. Ben 10 giocatori andati a rete: Pizzichini 8 volte, poi Busilacchi 4, Ficosecco, Aureli, Pesaresi, Domenichetti, Pasqualini, Pavoni e Salini tutti con 2 gol e infine Pierdica uno. I numeri parlano da soli, con mister Marinelli il San Biagio vola e conferma il pronostico della vigilia del campionato: è fra le principali contendenti alla vittoria finale e al ritorno in Prima categoria. L’annus horribilis della retrocessione si è trasformato nell’anno della rinascita. Con questo buon auspicio il Galletto lascia il 2014 ricordandolo come la sua araba fenice e si avvia a vivere da protagonista il 2015, consapevole che servirà il massimo per gioie a fine stagione. Ecco dunque l’intervista al giro di boa all’artefice di questo magic moment, Michele Marinelli.
Mister il San Biagio chiude il girone d’andata in testa alla classifica con un punto di vantaggio sul Borgo Minonna che ha però una gara giocata in più. Te l’aspettavi a inizio stagione?
“L'obiettivo individuato da dirigenza e staff tecnico era ed è centrare almeno i play off quindi ci aspettavamo tutti di fare un campionato di alta classifica, ma sicuramente siamo andati almeno per il momento oltre le più rosee aspettative”.
Il 2014 è stato un anno double face per il club: nella prima parte l’incubo retrocessione, nella seconda il sogno promozione. Come è stato calarsi in un ambiente ancora shoccato dalla forte delusione e smanioso di riscattarsi?
“La squadra è per più della metà nuova, quindi diciamo che l'incubo retrocessione si è visto marginalmente. Forse l'ho riscontrato più sui dirigenti ma i giocatori rimasti forse si sono fatti da subito trascinare dall'entusiasmo dei nuovi”.
Come ti spieghi il fatto che il San Biagio, con soli 5 gol subiti come il Corridonia, abbia la miglior difesa marchigiana?
“Il secondo anno a Collemarino, dove alla fine centrammo e vincemmo i play off del girone, avevo girato a dicembre con soli 4 gol subiti, poi l'anno successivo dove si è vinto il campionato avevamo la miglior difesa, anche in Prima categoria una delle migliori difese, senza esaltazioni inutili direi che prendere pochi gol in genere fa parte del modo in cui cerco di organizzare le mie squadre, speriamo vada sempre così, ma in realtà il segreto è la voglia di sacrificarsi di ogni giocatore che scende in campo, sia che faccia il portiere sia che faccia l'attaccante”.
La partita più brutta giocata finora?
“Alla 5^ giornata in casa, il primo tempo contro l'Osimo Fc tatticamente e tecnicamente è stato il più brutto giocato, ricordo che nell'intervallo mi sono arrabbiato come poche volte mi era successo da quando alleno, alla fine abbiamo vinto ma abbiamo pagato il conto la settimana successiva contro il Borgo Minonna, siamo stati tatticamente più ordinati ma grinta e determinazione e voglia di vincere le avevamo lasciate a casa”.
La partita che ti è piaciuta di più?
“In casa contro il Borghetto abbiamo ribattuto colpo su colpo contro una squadra forte ed esperta ma il meglio a livello tecnico lo abbiamo fatto nel pantano di Cingoli contro il Victoria Strada, siamo riusciti a giocare a calcio in una palude, ciò significa convinzione e consapevolezza dei nostri mezzi tecnici tattici e fisici”.
Il calo dopo le prime 5 giornate a cosa era dovuto? E che cosa ha poi dato la scossa per conquistare la vetta a fine novembre?
“Il calo era fisiologico per una squadra completamente nuova e da assemblare che si è trovata a fare 13 punti nelle prime 5 giornate quasi agevolmente. Inconsciamente pensavamo che tutto sarebbe stato facile e abbiamo perso la nostra prima partita che ci ha tolto qualche sicurezza proprio a ridosso dei due derby con Offagna e Osimo Stazione, che ho notato sono molto sentiti da ogni sponda. Sono state partite difficili ma quelle settimane dove abbiamo lavorato sodo anche a livello mentale sono state il trampolino per ripartire forte e chiudere bene la seconda parte del girone di andata”.
Il giocatore che ti ha finora sorpreso di più?
“Non mi piace parlare dei singoli soprattutto in un gruppo dove tutti stanno facendo bene, ma credo che tutti saranno d'accordo se mi permetto di menzionare i "due capitani” Rivellini e Pizzichini per l'esempio che danno ogni volta che mettono piede in campo, i fatti parlano per loro”.
Come valuti questo girone D di Seconda categoria a metà campionato e quale l’avversaria che ti ha più impressionato?
“Girone equilibrato con squadre rognose soprattutto in casa loro, a me sono piaciute Chiaravalle e Borghetto più delle altre”.
Cosa dovrà fare il San Biagio per conservare la vetta e festeggiare il ritorno in Prima categoria a fine stagione?
“Il girone di ritorno è un altro tipo di campionato e ogni avversario ci aspetterà al varco cercando di batterci, il segreto per poter provare a vincere è legato alla voglia di sacrificarsi e fare squadra da parte di tutti. In poche parole lavoro, lavoro, lavoro”.
Come sono andate queste due settimane di sosta natalizia? La squadra è pronta per la trasferta di Castelbellino di sabato prossimo?
“La sosta è stata piacevole e serena, frutto dei risultati ottenuti ma allo stesso tempo molto dispersiva sia per le tante giornate di festa sia per le giornate di vacanza che qualche giocatore si è concesso in più. Tutto rientra nella norma di una squadra dilettantistica, ma fare pronostici per Castelbellino non è semplice, quindi il rendimento della squadra sabato sarà una sorpresa anche per me, speriamo sia una bella sorpresa”.
Come si è mosso il club nel mercato di dicembre?
“Direi molto bene, oltre il baby Mengoni già con noi da qualche settimana, sono arrivati un giovane difensore classe ‘96 di prospettiva come Lodolini e un attaccante affermato ma ancora giovane come Palombarani, che di fatto completa la rosa viste le sue caratteristiche di gioco diverse da Pasqualini e Pavoni”.
Hai un messaggio o un consiglio da inviare a qualcuno?
“Buon 2015 a tutti e ai ragazzi ricordo: ogni partita è una finale…”.
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