S.Biagio-Cluentina: il ricorso al giudice sportivo
OSIMO – L’Asd San Biagio ha presentato ricorso per le decisioni assunte dal giudice sportivo in merito alla sospensione della gara San Biagio-Cluentina del 10 marzo. In attesa dei preannunciati ricorsi, il comunicato della Figc Marche di mercoledì 14 marzo ha deciso di soprassedere per ora sul risultato della gara, sospesa sullo 0-0 all’82’ per rissa, ma intanto ha sanzionato la società con 500 euro di multa perché i tifosi sarebbero “venuti a vie di fatto con gli opposti tifosi contravvenendo alle norme sull’antiviolenza e per aver alcuni esagitati tentato di scavalcare la rete di recinzione”. In questo senso la società ha chiesto, tramite il proprio presidente Maurizio Fagotti, di essere ascoltata in merito ai fatti accaduti, in quanto tra le tifoserie presenti non ci sono mai stati atti di violenza e sul posto non sono in effetti dovuti intervenire uomini delle forze dell’ordine anche solo per sedare gli animi.
Ricorso sarà presentato anche in merito alla squalifica del dirigente Tito Pesaresi (fino all’11 aprile prossimo) per “non aver ottemperato agli obblighi di sua competenza quale addetto agli ufficiali di gara”. La società precisa infatti che l’incolumità dell’arbitro, la signora Lucia Pagliari di Fermo, non è mai venuta meno, che non ci sono stati atteggiamenti minatori nei suoi confronti, né da parte di tesserati né di tifosi esterni all’area pertinente al campo sportivo, tanto è vero che la signora Pagliari non ha ritenuto necessario dover allertare le forze dell’ordine per poter uscire dall’impianto sportivo, come fra l’altro a San Biagio non è mai stato necessario fare.
Anche i due giocatori che sono stati squalificati presenteranno ricorso in quanto si ritiene che le motivazioni indicate nel comunicato della Figc non corrispondano al vero. Le sanzioni hanno colpito i capitani e i vicecapitani di San Biagio e Cluentina (ovvero Rivellini, Salini, Cerquetta e Guzzini), in quanto l’arbitro non ha assistito alla rissa poiché lontana dall’azione di gioco. Dal comunicato tuttavia risulta che le squalifiche per 4 giornate siano da imputare al fatto che i giocatori avessero “partecipato attivamente ad una rissa accesasi in campo tra i partecipanti la gara e i componenti le panchine”. In questo senso per quanto riguarda il vicecapitano Marco Salini, non corrisponde al vero che ha partecipato alla rissa (stessa cosa per il capitano e il vice della Cluentina), mentre per quanto riguarda il capitano del San Biagio, Marco Rivellini, squalificato fino al 30 giugno 2012, è vero che è stato coinvolto negli spiacevoli fatti, ma non che “ha colpito con un pugno un calciatore della squadra avversaria che si riscaldava a bordo campo”, semmai il giocatore in questione, che si riscaldava dietro la porta del San Biagio e non lungo la linea di fallo laterale, è stato colpito dentro il rettangolo di gioco invaso dallo stesso ai primi accenni di rissa. Oltretutto Rivellini è stato espulso dall’arbitro Pagliari dopo il triplice fischio finale, dentro gli spogliatoi, e non in campo come riporta il comunicato della Figc Marche.
Infine con il ricorso presentato stamane al giudice sportivo il presidente Fagotti chiede “l’omologa del risultato di 0–0 acquisito al momento della sospensione ed in subordine la ripetizione della gara”. La motivazione è che “la decisione dell’arbitro di sospendere la gara e non farla proseguire quando mancavano circa dieci minuti dal termine è stata intempestiva ed inopportuna perché pur in presenza di una situazione di parapiglia tra alcuni giocatori delle due squadre, non vi erano fatti o situazioni pregiudizievoli della incolumità del direttore di gara o dei calciatori, oppure tali da non consentirgli di dirigere la gara stessa in piena indipendenza di giudizio, inoltre nel recinto di gioco non si erano introdotte persone la cui presenza non era consentita dalle disposizioni federali”. Il presidente ha inoltre chiesto l’audizione in merito agli avvenimenti che l’Asd San Biagio non vuole giustificare ma che anzi condanna fermamente, ma sui quali tuttavia vuole portare alla luce le realtà dei fatti.
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