Il saluto del mister: “Non sentivo più il furore agonistico necessario per continuare”
OSIMO – Lascia dopo un campionato vinto e una salvezza tranquilla col miglior piazzamento di sempre del club. Di più non poteva dare. Michele Marinelli ha deciso che la sua avventura in biancorosso finisce qui. E allora è bene rendergli onore con l’intervista di fine stagione che diventa anche quella d’addio.
Mister, facciamo il classico bilancio di fine stagione. Salvezza conquistata con un mese di anticipo e quinto posto conclusivo che rappresenta il miglior piazzamento del club in Prima categoria. Bicchiere mezzo pieno insomma?
“Direi di si, alla fine abbiamo centrato un altro record per questa società dopo tutti quelli dello scorso anno e seppur con difficoltà abbiamo raggiunto un obiettivo importante”.
Sarebbe stato difficilissimo considerando il passo delle battistrada, ma dopo il girone di andata si sognava la qualificazione ai playoff?
“In tempi non sospetti, vedendo il cammino delle due battistrada, avevo già detto che per il quinto posto non ci sarebbero stati i play off, addirittura hanno rischiato di rimanere fuori le due di Filottrano che erano squadre attrezzate e forti. Il nostro obiettivo era arrivare davanti alle squadre ‘normali’ e alla fine ci siamo riusciti”.
C’è stato un momento a metà girone di ritorno nel quale hai temuto che anche la salvezza fosse a rischio veramente?
“Avevamo inanellato 2 punti in 5 partite e perso lo spirito battagliero che ci aveva sempre contraddistinto, la squadra sembrava appagata e distratta e facevamo errori grossolani . Dopo la sconfitta a Montemarciano ho temuto il peggio, perché se molli poi è difficile riprendersi, fortunatamente abbiamo invertito la rotta facendo 8 punti nelle successive 4 partite e trovando la salvezza con anticipo”.
Cosa è mancato per il salto di qualità? Più problemi tecnico-tattici legati alla rosa a disposizione o problemi di approccio mentale rispetto all’obiettivo stagionale o magari semplice sfortuna visti i tanti infortuni capitati a uomini chiave durante l’annata?
“Credo che alla fine il risultato sia giusto e appagante anche se nelle sconfitte qualche gara l'abbiamo buttata via. Avremmo potuto avere una decina di punti in più se avessimo mantenuto l'attenzione di inizio campionato e questo nonostante gli infortuni a volte anche anomali, ma non sarebbero bastati lo stesso per fare i play off visto il distacco dalla seconda . C'è stato un po' di appagamento nella fase centrale del nostro campionato, evidentemente anche io non sono riuscito a stimolare nella maniera giusta la squadra quando era il momento di macinare punti. Forse anche la società doveva mettere un po' di pressione ai giocatori ma è difficile parlare dopo, diciamo che tutti potevamo fare meglio ma va bene anche così”.
Da cosa è dipesa e come ti spieghi la partenza a razzo, forse inaspettata, e poi le tante difficoltà tra gennaio e febbraio?
“La partenza a razzo è dipesa anche dal classico entusiasmo della neopromossa e da un lavoro già impostato dall’anno precedente come organizzazione di squadra . Le difficoltà come ho detto prima, in generale tutti i fattori, ecnici, giocatori, società, dovevamo avere più cattiveria agonistica e voglia di vincere”.
La partita più bella del San Biagio 2015-2016 e perché?
“Abbiamo fatto diverse buone partite tra andata e ritorno, mi piace ricordare le due gare con il Moie Vallesina e quella in casa con il Miciulli dove abbiamo dimostrato che, con organizzazione sacrificio e voglia di ascoltare lo staff tecnico, si può giocare alla pari con squadre costruite per vincere e sulla carta molto più forti”.
La partita più brutta e perché?
“A Montemarciano la peggiore, non abbiamo né giocato né lottato e con il Colle 06 in casa abbiamo preso una bella batosta, ma forse li eravamo già appagati da una salvezza praticamente acquisita”.
La soddisfazione più grande e la delusione più cocente?
“Non ci sono episodi in particolare, è stata una stagione con alti e bassi ma alla fine abbiamo finito bene e questo è quello che conta”.
Hai un rammarico o un rimorso per qualcosa o rifaresti tutto nelle medesime modalità?
“Come sempre, nessun rammarico e nessun rimorso, anche negli errori rifarei tutto perché ho dato ogni giorno il 100% e non ho nulla di cui pentirmi”.
Il giocatore che ti ha stupito di più?
“Coppa del Miciulli , giocatore di altra categoria”.
La squadra avversaria che ti è piaciuta di più?
“Il Miciulli, è la più forte e lo ha dimostrato”.
Miciulli in Promozione. Moie Vallesina in finale playoff che attende una tra Filottrano e Filottranese. Mentre per la salvezza se la giocheranno Fortitudo Fabriano-Montemarciano. Il tuo pronostico?
“ I play off sono un campionato a parte , tutto dipende da come ci arrivi, secondo me quella messa meglio psicologicamente è la Filottranese, che potrebbe a sorpresa superare tutti. Per i playout, la Fortitudo è molto più forte del Montemarciano e hanno il vantaggio di giocare in casa, non credo ci siano sorprese”.
Ieri l'annuncio della tua decisone di non continuare col San Biagio…
“Ringrazio la società per la riconferma che mi aveva già annunciato nei giorni scorsi, ma proprio l’altro ieri ho parlato con patron e direttore sportivo comunicando loro che il prossimo anno non rimarrò a San Biagio. Credo, anzi sono sicuro, che il mio ciclo a San Biagio sia finito e che sia giusto prendere altre strade. Per il futuro non ho avuto contatti con nessuno e per il momento sto bene così”.
Il motivo della tua scelta?
“Non sono un allenatore che deve allenare per forza come tanti miei colleghi, per rendere al massimo e coinvolgere totalmente nel progetto i giocatori devo avere io per primo grosse motivazioni interiori . Non sentivo più dentro di me quel furore agonistico che avevo quando sono venuto due anni fa e quando sono ripartito lo scorso anno . Non voglio prendere in giro nessuno, non mi va di vivacchiare, quindi è giusto non iniziare una nuova stagione”.
Quale è stato il momento più bello e quello poi difficile dei due anni in biancorosso?
“Il momento più bello è stato il fischio finale dell’arbitro a Fabriano quando vincemmo col Serradica, sanciva il nostro trionfo la scorsa stagione (nella foto il mister in panchina, ndr). Sicuramente il più difficile è stato dopo la sconfitta a Montemarciano, avevo anche pensato di dimettermi per dare la scossa all’ambiente”.
Questa avventura sambiagese è stata come te l'aspettavi?.
“A San Biagio mi sono trovato bene e l'ambiente sereno e familiare era come me lo aspettavo”.
Hai un messaggio da lasciare a qualcuno?
“Il messaggio è con il cuore in mano, un ringraziamento a tutti quelli che hanno reso speciali questi due anni a San Biagio, tutta la società con dirigenti impagabili sotto l'aspetto tecnico e umano , tutti i giocatori che sono stati con me in questi due anni e lo staff tecnico che mi ha supportato e sopportato GRAZIE A TUTTI e SEMPRE ALE' GALLETTI!”.
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