Mister Canonici: “Ognuno dovra’ dare il massimo delle proprie potenzialita’”
OSIMO – Chiamato per risollevare la barca prima che sia troppo tardi, prima che affondasse nel più tragico e inaspettato degli sprofondamenti sportivi. David Canonici, giovane allenatore chiaravallese, è stato scelto dalla dirigenza biancorossa per sostituire Maurizio Marincioni e dare così la scossa ad un ambiente sempre più sfiduciato. Partiti ad agosto con propositi di media alta classifica mai nascosti, il San Biagio si trova invece quart’ultimo, con la zona retrocessione distante appena 2 lunghezze e quella salvezza idem, mentre gli agognati playoff solo lontani per 14 punti: impensabile una cosa simile a metà campionato se si pensa alle aspettative di inizio stagione. Ecco perché la squadra è chiamata a riscattarsi e a farlo subito, con orgoglio e motivazione, seguendo i dettami di un nuovo timoniere. Quel Canonici che si presenta nell’intervista di benvenuto nella famiglia biancorossa:
Mister raccontati a chi non ti conosce ancora bene: vita privata e passioni oltre al calcio…
“Abito a Chiaravalle, non sono sposato, di lavoro faccio l’operaio e oltre al calcio amo andare in bicicletta e fare passeggiate in montagna”.
La tua carriera da calciatore?
“Ho giocato con Biagio Nazzaro, Monserra, Marina e Borghetto”.
Le tue esperienze da allenatore?
“Ho allenato SS Chiaravalle, Castelfrettese, Usap, Nuova folgore, Real Cameranese. Tutte le esperienze fatte mi hanno lasciato qualcosa, ma chiaramente la promozione in Prima categoria con il Chiaravalle è stata l’esperienza più emozionante” (nella foto una sfida tra il San Biagio e i grigioneri, ndr).
Come mai la scelta di accettare la proposta del San Biagio?
“Perché ci sono le possibilità per migliorare la classifica e una società seria e competente”.
Conoscevi già qualche giocatore biancorosso?
“Personalmente solo Aureli, Gatto e Rocchini che si sta allenando con noi. Ma come calciatori li conoscevo già quasi tutti”.
Lunedì hai diretto il primo allenamento: come è stato l’approccio con la squadra?
“Ho cercato di fargli capire qual è la mia idea di calcio e di gruppo. Poi la parola passa al campo”.
Cosa hai chiesto ai giocatori e allo staff tecnico e dirigenziale in questa fase delicata?
“Di mettere ognuno il proprio mattonicino, al massimo delle proprie potenzialità, per raggiungere la salvezza”.
C’è tutto un girone di ritorno da giocare: obiettivi realistici di questo San Biagio che ha deluso finora le aspettative degli addetti ai lavori?
“Vista la classifica, l’unico obbiettivo realistico è la salvezza. Le annate possono nascere con il piede sbagliato, ma sono convinto che con lavoro e sacrificio si possano anche raddrizzare”.
Con che modulo prediligi giocare di solito?
“Il modulo che prediligo è il 4-4-2. Però, più importante del modulo secondo me è l’umiltà, la personalità, lo spirito di sacrificio e la voglia di mettersi in discussione”.
Le prime indicazioni che darai ai ragazzi per la delicata partita salvezza col Borghetto di sabato prossimo?
“Mi rifaccio alle parole di Boskov: ‘testa fredda cuore caldo’. Loro sono una squadra con dei valori importanti per la categoria, vedi vari Bartolucci, Becci, Fioretti, Salvini, Francescangeli, ci sono dei giovani pericolosi e veloci davanti e tengono il campo in maniera ordinata. Per di più, conoscendo il loro allenatore, immagino che sia una squadra che getti il cuore oltre l’ostacolo”.
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