Agostinelli: “Torno con entusiasmo e ambizione”
OSIMO – E’ l’uomo che dovrà fare la differenza, il salto di qualità cercato da mister Cantani per applicare al meglio il suo gioco palla a terra col 4-4-2. Francesco Agostinelli (nelle foto), 31anni, osimano, ex Sirolo Numana, Passatempese, Vis Macerata e anche San Biagio prima di essere selezionato dalle giovanili del Parma, torna a casa un decennio dopo per ritrovare gli stimoli e aprire un nuovo ciclo in biancorosso.
Francesco, come mai la scelta di tornare a San Biagio?
“Erano tre anni che la società mi contattava. Questa volta mi sono deciso a tornare, era il momento giusto, perché mi serve un ambiente come questo per ritrovare gli stimoli. Ritornare in famiglia, cercare i valori veri del calcio, che si stanno perdendo in giro. Diciamo che mi stava passando la voglia e qui invece sono sicuro che potrò esprimermi al meglio e divertirmi”.
Non ti pesa esser dovuto scendere di categoria e aver rinunciato a proposte più allettanti magari anche economicamente?
“Assolutamente no. Non è una categoria che fa la differenza, ma l’ambiente che sai che ti apprezza. Il resto non conta ora. E poi a dirla tutta per me non è un passo indietro, ma un passo avanti. Spero di poter aprire qui un ciclo ambizioso”.
Il primo approccio col mister?
“Direi ottimo, uno che parla diretto. Non lo conoscevo personalmente, ma solo di nome. Mi ha subito chiesto cosa vuole da me. Sono convinto che ha molto da insegnarci. E’ una persona distinta, ambiziosa, ma ha delle qualità per farci anche divertire”.
Non ce ne sarebbe bisogno di presentazioni, ma facciamole lo stesso. Descriviti come compagno di squadra. Pregi e difetti di Francesco?
“Sono uno di compagnia. Il pregio è la generosità, il difetto la testardaggine”.
Pregi e difetti invece di Francesco come giocatore?
“Pregi la disponibilità massima sempre, un buona tecnica, la corsa, poter coprire più ruoli dal centrocampo in su. Tutti gli altri sono difetti, meglio non elencarli!”.
Sarai utilizzato sulla linea mediana, in passato giocavi forse più offensivo. Duttilità o scelta forzata?
“E’ stata una necessità degli allenatori che di volta in volta mi hanno spostato in più ruoli, ma di certo anche la mia duttilità mi ha aiutato ad adattarmi al meglio da centrale, da esterno, da seconda punta o trequartista a seconda dei bisogni. Negli ultimi tempi ho giocato più spesso a centrocampo e mi trovo bene, riesco a dare una mano alla difesa e a servire gli attaccanti. Ovvio che però negli ultimi anni ho segnato meno, mi sono rimasti solo i calci piazzati per andare in rete!”.
Conosci già qualcuno del gruppo sambiagese?
“Sì, i fratelli Vignoni, i due Pesaresi, Burini, Vitaloni, non avrò problemi a integrarmi nel gruppo”.
L’età media è giovane, ci sono pochi giocatori con la tua stessa esperienza e ancora meno con un trascorso costante in categorie superiori come te. Temi possa essere un difetto?
“No al contrario, sarà un punto di forza, e poi anche io mi sento un giovane. Ho 31 anni, ma sono ancora nel mio apice, sento di poter dare tanto, ho l’entusiasmo giusto”.
Sulla carta dovrai calarti nella mentalità di provinciale ma anche fungere al contempo da leader del gruppo in campo, se non altro per l’esperienza e le aspettative che si nutrono su di te. Troppe responsabilità?
“Il mister me l’ha subito fatto capire che dovrò avere responsabilità, ma non mi spaventano, me le sono sempre prese e comunque ribadisco che non sono un vecchio, sono un giovane anche io, con l’esperienza giusta per gestire alcune situazioni in campo. Non ho mai addossato colpe a un compagno e sono consapevole che anche i più giovani possono insegnare qualcosa ai più grandi, non solo il contrario”.
Il tuo obiettivo personale per il prossimo anno?
“Personalmente punto a fare meglio dell’anno scorso, dove sono rimasto scottato da alcune circostanze. Torno a giocare a San Biagio con tanto entusiasmo. Ho voglia di fare bene, non c’è bisogno che la società ti dica qual è l’obiettivo, sono i giocatori che devono porselo e avere la giusta mentalità”.
Ma l’obiettivo di squadra plausibile?
“Politicamente dovrei dire la salvezza. L’obiettivo minimo è migliorare la posizione dell’anno scorso, poi prima ci salviamo prima possiamo porci altri ambiziosi traguardi”.
Un messaggio da lanciare ai tuoi nuovi compagni di squadra?
“Di prepararsi ad una stagione intensa, piacevole. Dico a ognuno di presentarsi alla preparazione con un proprio obiettivo importante, non accontentarsi, di arrivare con lo stimolo giusto e tanta grinta, ascoltando le direttive del mister e valorizzando il gruppo”.
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